Non solo il calcio, la formula 1 e tutti gli altri sport che seguivamo appassionatamente sul nostro divano hanno subìto un duro colpo da questo lockdown, ma anche e soprattutto le piccole realtà che tenevano in moto tutta l'Italia...palestre e centri sportivi compresi.
In tanti infatti si preoccupano di quando potrà ripartire il campionato di calcio o quello di Moto Gp o Formula 1, senza pensare ai gestori di palestre e centri fitness che ogni giorno strappano il foglietto del calendario in attesa del fatidico "Potete riaprire"!
...Ma come? Come sarà possibile riaprire la propria attività? Il Governo sarà in grado di trovare una soluzione adeguata e soprattutto veloce? Ecco, dato che con molta probabilità gli esponenti del Governo non avranno avuto un passato da gestori di palestre, quello che crediamo è che le proposte più sensate possano partire proprio dai titolari delle palestre stesse che potrebbero formulare ipotesi accettabili per loro stessi e per la tutela dei propri iscritti cercando, ove possibile, anche di coinvolgerli nella stesura di questi progetti. Infatti, riaprire una palestra non deve essere visto solo come il far ripartire un settore, ma anche come il far ripartire l'Italia intera. Dare la possibilità ai cittadini di svolgere attività fisica salutare è strettamente collegato a molti dei diritti inviolabili di ogni essere umano. Ne dà conferma anche l'OMS (Organizzazione Mondiale sulla Sanità) dicendo che «l’esercizio fisico è un potente farmaco efficace contro le malattie croniche, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. La palestra è soprattutto un investimento in salute: star bene conviene. Alle persone, allo Stato, alle imprese».
Smart Fitness? Anche...ma non solo.
Molte palestre già lo stanno facendo, ed al momento è stata una fortuna per loro avere questo mezzo a disposizione per "tamponare" le innumerevoli perdite subìte in questo periodo, ma logicamente lo smart fitness non potrà rappresentare da solo il futuro delle palestre. Gli attrezzi hanno un valore economico elevato e spesso gli investimenti fatti hanno tempi molto lunghi di rientro...ma le soluzioni si possono trovare, basta avere buon senso e una buona dose di pazienza! Certo, la pazienza non ripaga i prestiti, ma permette di sicuro di prendere decisioni più ponderate che a medio termine daranno indubbiamente i migliori risultati.
Ovviamente nella fase 2 i centri sportivi avranno un ruolo leggermente diverso rispetto al passato. Non saranno più il punto di ritrovo per chiacchierate e incontri conoscitivi, ma diventeranno davvero e quasi esclusivamente i luoghi dove poter ricominciare a muoversi, rimettersi in forma e curarsi, sia dai mali fisici che da quelli mentali, mantenendo la distanza (di sicurezza) con la consapevolezza di aver raggiunto un primo traguardo di "libertà". Tra le proposte sensate, a nostro avviso, ci potrebbe essere quella di organizzare gli ingressi in via preventiva "prenotandosi" su di un calendario online, limitando quindi l'ingresso ad un numero preciso di iscritti e per un periodo di tempo un pò più limitato (sicuramente, eliminando le chiacchiere, il tempo per l'allenamento potrà essere molto più concentrato). In questo modo, l'afflusso giornaliero sarà riproporzionato in più "blocchi" e sarà più costante anziché concentrato. Verrà in un certo senso "sfoltita" l'ora di punta dirottando gli "esuberi" in altri momenti della giornata. Ciò ovviamente, data l'eccezionalità del momento, sarà possibile anche perché la maggior parte degli iscritti probabilmente, grazie allo smart working o lavoro agile, potrà permettersi di frequentare la palestra in orari diversi dal solito.
Per far sì che queste "prenotazioni" non si trasformino in un click day quotidiano, i gestori dovranno fare in modo di distribuirle in modo da non privilegiare solo i più svelti a prenotarsi ma anche i "ritardatari" che magari non hanno potuto iscriversi perché impegnati nel lavoro.
Dovranno quindi cercare di dare a tutti la stessa opportunità di registrare gli accessi a prescindere dagli orari di contatto.
Per quanto riguarda invece gli aspetti più logistici, la problematica maggiore sarà legata alla riorganizzazione degli spogliatoi, luoghi sacrificati che potranno divenire il "collo di bottiglia" se non ben riproporzionati. Il consiglio infatti è quello di investire maggiormente sulla dimensione dello spogliatoio, possibilmente anche a discapito di altre zone, in modo da poter garantire spazi di sicurezza adeguati e quindi anche un maggior numero di utenti. E con lo spogliatoio logicamente anche il problema doccia non sarà da meno. In questo caso, anche se sarà difficile da far digerire, una soluzione potrebbe essere quella di invitare i clienti ad usare buon senso nel limitarne l'uso per tempi rapidi, nel rispetto di tutti, oppure addirittura a lavarsi a casa. Certo, in questo modo si perderebbe molto di quel benessere che la palestra ha sempre donato ai suoi frequentatori, ma, come dicevamo prima, il buon senso dovrà far comprendere lo stato di emergenza e dovrà far apprezzare ugualmente il grande sforzo che è stato fatto per garantire loro un luogo sicuro dove poter mantenere la propria forma fisica. Soluzione invece ancora più "drastica", ma sicuramente con un più alto livello di potenzialità ed efficienza, sarebbe quella di convincere gli iscritti a recarsi in palestra già pronti all'esercizio fisico limitando l'uso dello spogliatoio solo in fase finale per un rapido cambio di scarpe.
Queste ovviamente sono solo alcune delle misure che un gestore di palestra potrebbe adottare per cercare di arginare le innumerevoli perdite che sta subendo con la speranza e l'auspicio che presto si possa arrivare alla tanto sospirata "Fase 3" in cui la nostra libertà verrà totalmente ripristinata.
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