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App: consigli per tutelare la privacy

Le applicazioni per dispositivi mobili (smartphone, tablet, smartwatch, etc) sono sempre più diffuse e divenute ormai parte integrante della nostra vita.


Oggi chiunque usa almeno un'applicazione sul proprio dispositivo mobile, che sia per controllare il meteo, monitorare il proprio conto corrente bancario, gestire video o fotografie, prenotare un viaggio o semplicemente intrattenersi giocando mentre è in fila che aspetta.


Le app facilitano e vivacizzano molte delle attività che svolgiamo giornalmente ma allo stesso tempo raccolgono una grande mole di informazioni personali.

E' praticamente impossibile conoscere quante app esistano al mondo, considerato che solo lo store di Mountain View a febbraio 2021 contava 3.011.916 applicazioni.


Questa diffusione e questo utilizzo massivo delle app non è però scevro da rischi connessi alla Privacy: infatti, come evidenziato dall'Autorità Garante tutti i servizi offerti mediante applicazioni "mobile", che sia per scopi lavorativi come consultazione di home banking o privati come monitoraggio delle condizioni di salute o controllo domotico delle nostre abitazioni, possono mettere a rischio la riservatezza dei nostri dati personali, permettendo un monitoraggio digitale permanente mentre noi utenti spesso non ne abbiamo consapevolezza né ne conosciamo i fini ultimi.


Per questo motivo è importante essere informati e adottare alcuni semplici ma efficaci accorgimenti nella gestione quotidiana delle applicazioni.


Per prima cosa, prima di effettuare il download dallo store è necessario capire quali dati personali verranno trattati dall'app e accedere all'Informativa Privacy del fornitore: questo passo è importante perchè proprio dalla chiarezza, dalla trasparenza e dalla completezza dell'Informativa (Artt. 12 e 13 del Regolamento UE 2016/679) possiamo trarre il primo e più importante feedback sulla cura che il fornitore dedica alla gestione dei dati personali.

Tra le tante informazioni che troveremo indicate dovremo far cadere l'occhio sulla sezione che riguarda la "comunicazione e diffusione dei dati personali".


Altro elemento fondamentale è quello di verificare se l'app per funzionare ha necessità di accedere alle nostre fotografie e ai dati di geolocalizzazione, in tal caso dovremmo cercare di concederne l'accesso solo se l'app ha ad oggetto proprio servizi che richiedono queste

tipologie di informazioni. Moltissime app infatti (soprattutto social network) condividono i dati di ubicazione (geolocalizzazione) con terze parti, quindi con altri fornitori a cui spesso vengono venduti i nostri dati, che divengono così mero oggetto di business di grandi colossi.


Inoltre, in tema di fotografie, è sempre bene accertarsi che le persone fotografate siano d'accordo a diffondere online la propria immagine e poi fare attenzione al fenomeno del Deepfake, ovvero la creazione, da parte di specifici algoritmi di intelligenza artificiale, di fotografia false partendo da immagini vere.


Un discorso a parte va fatto per le app che gestiscono dati particolari come quelli sulla salute.

Anche in questo caso si deve fare attenzione alla eventuale comunicazione a terzi di dati personali particolari-ex dati sensibili (es. battito cardiaco, risultati dell’ECG sulla fibrillazione atriale, ecc.). Inoltre, si segnala su questo tema l’avvio di una istruttoria a fine 2021 da parte del Garante nei confronti di una associazione che tratta, tramite un’app, dati sullo stato di salute di pazienti ed esercenti le professioni sanitarie.


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